Posted by on 14/06/2017

Eduard Bach, medico inglese e padre della floriterapia, basò il suo metodo terapeutico sulla profonda convinzione che l’uomo abbia dentro di sé un bagaglio di strumenti adeguati per affrontare qualsiasi tipo di malessere e di malattia.
Le patologie, in qualsiasi forma e intensità si manifestino, sarebbero da intendersi secondo il suo pensiero – e anche il miomessaggi da parte della nostra anima che ci sta avvisando che qualcosa in noi, nella nostra vita e nelle nostre scelte, non è in equilibrio, è in difetto o in eccesso, in ogni caso da correggere, magari attraverso una dieta alimentare più adeguata, un diverso regime di vita, o una nuova abitudine a guardare la realtà e le situazioni in maniera più positiva e costruttiva, abbandonando i pensieri negativi o stereotipati che inquinano l’animo e minano la salute.
Come Hahnemann – padre dell’omeopatia – anche Bach era convinto che l’uso dei farmaci secondo i criteri della medicina ufficiale favorisce la soppressione dei sintomi senza permetterne la rielaborazione e la comprensione del messaggio implicito.

 

Egli pensava che il medico avesse il compito di accompagnare il paziente a prendere sempre maggiore consapevolezza di sé, del suo sentire, delle sue scelte e azioni e della sua autenticità, senza sostituirsi a lui, ma facilitando il processo evolutivo tramite la somministrazione mirata dei Fiori.
Attraverso gli incessanti studi sugli effetti che i fiori raccolti nelle campagne della sua terra procuravano su di lui e sui suoi pazienti, individuò inizialmente dodici fiori per dodici specifici stati d’animo (i dodici Guaritori) che successivamente integrò con altri fino a raggiungere il numero completo e complessivo di 38 fiori; questi, suddivisi in 7 gruppi, coprono la gamma di 7 modi differenti di sentire e di porsi nei confronti di se stessi, degli altri e, più in generale, della realtà.
Gli stati d’animo che Bach contempla sono: la paura, l’incertezza, la mancanza di interesse per il presente, la solitudine, l’ipersensibilità alle influenze e alle idee altrui, lo scoraggiamento, la disperazione e la preoccupazione eccessiva per il benessere degli altri.
Seppure appartenenti ad uno stesso gruppo emozionale, ad esempio la paura, ogni Fiore ha caratteristiche ben precise e sfumate, che lo rende adatto ad un’esatta tipologia di paura, abbia essa le sembianze del panico, della timidezza, di perdere la capacità di autocontrollo e altro ancora.
Non è certo questa la sede per approfondire l’argomento e inoltrarci nelle teorie che cercano di spiegare scientificamente l’efficacia dei Fiori pur in assenza del principio primo, ma è interessante sapere che ogni fiore è in grado di entrare in risonanza con lo stato d’animo che più disturba la persona e di “risintonizzarla”, attraverso una processo riequilibrante del suo sistema energetico.